Mente, prestazioni e benessere by Silvia Minguzzi

16 Mar, 2014

Come può la nostra mente influenzare le prestazioni e il benessere fisico? E’ sorprendente osservare come lo stato emozionale e la predisposizione all’azione degli individui cambi anche solo variando la respirazione, la postura, ad esempio raddrizzando bene la schiena, respirando profondamente, guardando verso l’alto e sorridendo. Allo stesso modo possiamo verificare come il risultato di una qualsiasi nostra azione cambi se ci predisponiamo con uno stato mentale positivo e motivato oppure svogliato e negativo.

Quando non riusciamo ad ottenere un certo risultato col corpo, sia una prestazione sportiva o un risultato estetico oppure di benessere, spesso ciò è causato dall’incapacità di gestire correttamente alcuni processi mentali ed emozionali. Ogni volta che desideri fare qualcosa, riesci a farlo? Quando desideri NON fare qualcosa, ti capitano situazioni in cui nonostante la tua ragione ti dica di non farlo, continui a farlo?Esempi molto frequenti di situazioni di questo genere sono sotto i nostri occhi in individui che fumano e vorrebbero smettere, persone che vorrebbero un corpo più snello e non riescono a mantenere una disciplina alimentare o a fare attività fisica con regolarità, e così via. Anche alcuni campioni sportivi hanno difficoltà analoghe, ad esempio quando vorrebbero sempre ottenere risultati competitivi, concentrazione, motivazione, focalizzazione, ma non riescono a mantenere uno standard con continuità.

Tutti noi ci siamo trovati talvolta a realizzare prestazioni eccellenti ma, non conoscendo le dinamiche mentali che ci hanno portato a quel risultato, non siamo stati in grado di ripeterlo a comando. Questo tipo di competenze non ci viene insegnato da bimbi a scuola. Siamo stati progettati come delle macchine costruite per fare cose straordinarie, capaci di realizzare ciò che desideriamo purché lo riteniamo possibile, ma siamo usciti dalla fabbrica senza il libretto delle istruzioni. Procediamo per tentativi ed errori con immensa dispersione di risorse,tempo, energia, e frustrazioni. Vari esponenti di diverse scuole di pensiero hanno proposto idee circa il rapporto tra il potere della mente e le prestazioni ed il benessere fisico. Alexander Bain, alla fine del settecento, sostiene che “la mente è completamente alla mercè delle condizioni corporee”.

Il movimento precede la sensazione e questa a sua volta precede il pensiero. In Cabanis il pensiero sta al cervello come il succo gastrico allo stomaco. Nell’epoca contemporanea si considera provato scientificamente che i sistemi nervoso, endocrino e immunitario comunicano tra loro. Gli stessi messaggeri chimici che operano in modo estremamente esteso sia nel cervello che nelsistema immunitario sono anche quelli più frequenti nelle aree neurali che regolano le emozioni. David Felten ad esempio osserva che le emozioni hanno un rilevante effetto sul sistema nervoso, le cellule immunitarie possono essere il bersaglio dei messaggi nervosi, e una condizione mentale serena determina una maggior facilità nella guarigione da forme patologiche e una minore probabilità di ammalarsi. Seligman sostiene che l’ottimismo possa influenzare la salute mantenendo le difese immunitarie più attive.

Carver (1993), Visintainer (1982) e Friedman (1993) ritengono che essere ottimisti dia notevoli vantaggi a persone affette da tumore, a livello sia diagnostico che curativo e ipotizzano che i fattori psicologici possano essere una delle variabili influenti nel processo invasivo della nascita del tumore.

Secondo Daniel Goleman (1995), colui che ha contribuito attraverso i suoi studi e le sue pubblicazioni alla diffusione della conoscenza sull’Intelligenza Emotiva, è possibile dimostrare scientificamente che curando lo stato emotivo degli individui contemporaneamente alla loro condizione fisica è possibile ottenere una maggiore efficacia in termini medici, sia nella prevenzione che nella cura. L’intelligenza Emotiva analizza diverse aree nelle quali è possibile dividere la globalità dell’esperienza: riconoscere le emozioni, gestire le emozioni, motivare e motivarsi, costruire e mantenere relazioni di qualità, gestire il conflitto, negoziare. E’ possibile aumentare il proprio quoziente diIntelligenza Emotiva, e migliorare quindi la gestione dei propri stati emotivi in accordo con la ragione.

Questo consente alle persone di ricomporre, attraverso modelli e guide adeguate, il libretto delle istruzioni, pagina per pagina, per poter comprendere il funzionamento dei nostri meccanismi mentali e governarli secondo un orientamento preciso che noi stessi abbiamo scelto. Si tratta di un lavoro affascinante, è come partire per un viaggio dove l’esplorazione invece che all’esterno è all’interno di noi stessi, e riprendere in breve tempo il timone della nostra nave, scegliere la rotta, ed imparare via via a trovare le correnti più favorevoli e gestire le burrasche come esperti navigatori di lungo corso. La conoscenza di questi meccanismi consente di aumentare in modo sorprendente la qualità della propria vita e di migliorare a seconda dei propri obiettivi le prestazioni e il benessere psicofisico.

Silvia Minguzzi

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