CAMBIARE REALTÀ di Alberto Lori

14 Mag, 2014

albertolori1Il nostro personale modello di realtà nasce anche dalle nostre convinzioni. “Il pericolo non viene da ciò che conosciamo, ma da ciò che crediamo sia vero e invece non lo è”, diceva Mark Twain. Siamo il risultato diretto dei nostri convincimenti. Ciò che crediamo determina i nostri risultati. Lo sappiamo bene, lo viviamo ogni giorno sulla nostra pelle. Stiamo per andare a svolgere un compito impegnativo e iniziano i primi dubbi: ne sarò capace? sarò all’altezza? In questo modo partiamo con il piede sbagliato perché non daremo il massimo di noi stessi e ingigantiremo i nostri dubbi. Da dove derivano questi convincimenti limitanti o potenzianti?

Dal nostro modello. E da dove nasce il modello che ci siamo costruiti? Dalle reti neurali del nostro cervello. I neuroni sono le cellule nervose che hanno il compito di elaborare le informazioni. I pensieri consci ripetuti spesso diventano inconsci. Ricordi quando hai imparato a guidare l’auto? Per i primi mesi di guida ogni tuo gesto era consapevole, doveva avere tutta la tua attenzione. Adesso, se è già passato qualche anno, la tua guida è divenuta inconscia, non devi pensarci più, tanto ci pensa il tuo pilota automatico. Avviene lo stesso con i comportamenti. Se a determinati stimoli rispondiamo ripetutamente con lo stesso atteggiamento, quel comportamento diverrà un programma automatico, inconscio. È come in un computer: l’hardware legge il software, ma se questo è sempre lo stesso, leggerà di continuo il medesimo programma. Tuttavia, è possibile spezzare gli schemi di pensiero che non ci piacciono. È possibile rompere il ciclo continuo di un programma divenuto ripetitivo.

Sono indispensabili: sforzo di volontà e consapevolezza. Dobbiamo cominciare a diventare osservatori del nostro stesso pensiero perché soltanto in questo modo saremo in grado di esercitare su esso il nostro controllo. Se la rete neurale rappresenta il modello, la creazione di nuove sinapsi crea nuovi modelli di realtà. Noi non siamo le convinzioni che hanno costruito il modello. Rendiamoci conto che abbiamo il potenziale per cambiarlo, per modificare il programma e far girare l’hardware del nostro cervello con software ben più raffinati di quello di partenza. La nostra personalità è fatta di attitudini genetiche, ereditate dai nostri genitori, di ricordi, comportamenti, valori, convincimenti, sotto forma di schemi sinaptici.

Tu non sei né il modello, né le informazioni che ricevi. Il modello non è né giusto né sbagliato, è soltanto una piattaforma di partenza. Le neuroscienze ci stanno dimostrando che noi siamo di più dell’hardware del nostro cervello, siamo di più dei nostri circuiti neurali. Il cervello è il laboratorio della mente. Allora, se è così, grazie alla sua malleabilità, puoi pensare che abbiamo il potere di modificare la mappa delle nostre vie neurali. È possibile cambiare cablaggio. La mente consta di due parti: *Il subconscio, il cervello originario, il più antico, in grado di elaborare 40 miliardi di bit d’informazioni al secondo, provenienti dall’ambiente.

È potente, rapido, ma abitudinario, ripetitivo, manca di creatività. *La neocorteccia frontale, il cervello più recente, dà origine alla coscienza ed elabora 2000 bit di informazioni al secondo. La mente conscia è lenta, ma molto creativa. Grazie a essa, diamo vita tra l’altro alla coscienza, al libero arbitrio. Il compito del subconscio consiste nel creare la realtà ricavandola dal programma. Di conseguenza, in considerazione del fatto che, secondo gli studi neuro scientifici, per il 95% della giornata noi ci affidiamo al nostro pilota automatico (la mente inconscia) e soltanto per il 5% alla nostra consapevolezza (la mente conscia), se siamo stati mal programmati, continueremo a creare esperienze negative nella nostra vita.

Perché ri-proponiamo sempre gli stessi comportamenti? Perché commettiamo sempre gli stessi errori? Il problema sta tutto nel fatto che la vita vissuta non riflette ciò vogliamo, ma il programma che abbiamo ricevuto. L’unica via d’uscita è rappresentata dalla coscienza. Soltanto se siamo consapevoli di ciò che facciamo, non metteremo in funzione il solito nastro del registratore inconscio. Nella neocorteccia c’è la nostra personalità, la nostra identità conscia. L’identità forma le nostre abitudini e i nostri comportamenti. Alla base dell’essere c’è la coscienza. Se creiamo coscientemente il nostro destino, se dal punto di vista spirituale accettiamo l’idea che i nostri pensieri possono influenzare la nostra realtà e la nostra vita (perché la realtà è la vita), allora possiamo diventare gli scienziati della nostra vita. La grandezza non ci verrà da quello che facciamo al corpo, ma da quello che facciamo alla mente.

ALBERTO LORI
http://www.albertolori.com/

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