Crisi, ovvero la nuova lettura della realtà by Antonietta Paglia

21 Mar, 2014

faceb-foto-okCrisi, spread, disoccupazione, tagli, licenziamenti: sicuramente risultano le parole più sentite e pronunciate degli ultimi tempi. Inizialmente questo tipo di discussioni mi rendeva profondamente triste e sfiduciata. Ho voluto però rivolgere lo sguardo altrove, leggendo la realtà in modo nuovo: accanto ad un oggettivo momento di difficoltà europeo (mondiale?), mi sono concentrata sui segnali di speranza concreta, sui guizzi di vitalità, sulle progettualità che nascevano tra le persone intorno a me e in molte altre realtà italiane. Ho quindi diretto le mie competenze in una figura privata, al pari di altre mansioni lavorative declinate in entrambi i settori, rendendo concreta al pubblico la possibilità di scegliere a quale professionista rivolgersi durante il percorso d’aiuto.

Finalmente potevo concretizzare ciò che avevo sempre pensato ed applicato quando lavoravo come assistente sociale e tradizionale: cambiare terminologia ( basta appelativi come “casi” o “utenti”) basta relazione sbilanciata dove l’assistente sociale ha metaforicamente(e a volte non solo) il coltello dalla parte del manico.
Certamente, all’eccitazione e allo stimolo di creare qualcosa di nuovo devono accompagnarsi i piedi piantati a terra. Piedi a terra, ma sguardo rivolto al futuro, quello che ho trovato nelle centinaia di start up create da giovani e meno giovani, dalle imprese femminili nate dai fondi europei, dalle nuove risposte alle nuove esigenze offerte sul web da chi vuole arrotondare lo stipendio o reiventarsi perchè fuori dal mercato del lavoro e troppo giovane per andare in pensione. Un grande fermento, nicchie di mercato ricercate, nuove realtà lavorative: ecco ciò che ho scoperto spostando lo sguardo dalla mancanza all’opportunità. Ecco perchè credo nel coaching e nella formazione: è soprattutto in momenti di transizione come questi che bisogna fare leva su se stessi ed investire nella nostra persona, nella qualità dei nostri pensieri. E’ da lì che parte tutto. E dal ricordarsi che la storia è ciclica. E soprattutto dal chiedersi: “Se non ora, quando?”

Antonietta Paglia
http://pagliantonietta.wix.com/socialmet

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