Da Persona Disabile a Persona Interabile di Luigi Fusaro

24 Gen, 2015

Luis-fusaro-02Hai mai provato ad allacciarti le scarpe con una sola mano?

Nel frangente che ci rifletti ti introduco un neologismo che fa la differenza nella vita di tutti: Interabile.

Che cosa significa da Persona Disabile a Persona Interabile?
Qui, sulla rivista BYOU MAG, troverai molti approfondimenti legati al mondo della disabilità, o meglio al mondo dell’interabilità.
Tutto parte da Gianni Golfera, mio carissimo amico, nonché mio Mentore dal 2000. Grazie a lui ho acquisito quelle competenze tali per imparare l’arte della memoria, nonché mi ha introdotto nel mondo della formazione offrendomi l’opportunità di conseguire le migliori certificazioni inerenti la Programmazione Neuro Linguistica.
Mi ha aperto un mondo, così come a fatto a migliaia dei suoi corsisti.

Se è nato questo neologismo, che rivoluziona la storia uniformando e non etichettando tutte le Persone nel mondo, lo devo anche a lui.

Ma andiamo a comprendere il significato della parola disabile e confrontiamola con la parola interabile. Per semplificare (senza che vada a metterti i riferimenti che puoi tranquillamente trovare su internet), quando chiamiamo una persona diversamente abile, già la stiamo etichettando. Ma io, che ho corso la Maratona di New York (per intenderci 42 chilometri e 195 metri), con la gamba sinistra più corta della destra di 2 cm., la parte superiore sinistra semi-paralizzata, il piede sinistro piatto e non dimentichiamoci con una pallottola nel cervello, secondo voi sono diverso da chi lontanamente non pensa neanche di alzarsi dal proprio divano per andare a farsi una passeggiata al parco?
Molte volte la disabilità risiede nei nostri pensieri.
Siamo noi che ci diamo il permesso di vivere o di morire.

Ecco che una Persona Disabile come Alex Zanardi o come Simona Atzori, che ho avuto il piacere di conoscere entrambi, fanno della loro disabilità la loro interabilità, così come ho fatto io.
In che modo?

Simona, fa tutto con le sue mani/piedi, cosa che io non sarei in grado di fare, così come Alex che quando si è svegliato dopo l’incidente ha esordito dicendo ai medici: “Adesso vedo cosa posso fare con la metà del corpo, utilizzandolo a mio beneficio”.
Nel corso del tempo, ho imparato a fare tutto con una sola mano, dall’allacciarmi le scarpe a farmi il nodo della cravatta.
Qui, nasce il punto di svolta per tutti.

Ognuno di noi ha delle abilità, occorre soltanto saperle trovare e metterle a beneficio per se stessi e degli altri.

Ecco che il termine interabile (dal latino inter=fra) rende giustizia a tutti: fra Persone Abili; ovvero sia io metto a beneficio di me stesso le mie abilità e successivamente le metto a beneficio degli altri.

Ritornando alla domanda iniziale: hai mai provato ad allacciarti le scarpe con una sola mano?
Probabilmente ti stai rispondendo mentalmente: “No, non ci ho mai provato.”

La domanda che mi viene da porti è la seguente: “Chi è fra me e te il diversamente abile?” Per questo motivo se ti insegno ad allacciarti le scarpe con una sola mano, metto le mia abilità a tuo beneficio in modo tale che anche tu possa insegnare a me qualsiasi cosa attraverso le tue abilità.

Il neologismo Interabile rende giustizia a tutti e non etichetta nessuno. Per questo motivo se ci pensi bene, nel mondo siamo tutti Persone Interabili.

La Pietà Rondanini, opera incompleta di Michelangelo, esprime al meglio l’idea visiva di cosa possa significare qualcosa che manca ma che è comunque bella e non ha valore.

Rifletti, oggi hai imparato che: tu hai un enorme potenziale, occorre solo scoprirlo. Affidati a me e ti guido in questa tua scoperta.

Oggi sono il Coach dei Disabili, ma domani sono il Coach degli Interabili. È solo questione di tempo.

Mettiti in contatto con me e ti regalo una sessione di coaching gratuita di 30 MINUTI SU SKYPE.

Nel prossimo articolo ti spiego come usufruire di diritti e agevolazioni legati al mondo della disabilità o meglio interabilità.

Che meraviglia la vita.
Ti auguro una felice giornata con una sana risata.

Luigi Fusaro

Autore del libro: “L’uomo con una pallottola nel cervello”

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