Gestire i Figli Adolescenti di Antonietta Paglia

26 Gen, 2015

Carissimi lettori di Byou Mag, siamo arrivati a Gennaio, uno dei mesi più suggestivi e amati dell’anno.

Ma è proprio in questo periodo – complici le vacanze e la vicinanza forzata di suoceri, zii e parenti vari – che gli animi si esasperano e che vengono a galla rancori sopiti e questioni familiari passate. Anche i nostri figli adolescenti trascorrono molto più tempo del solito a casa, essendo periodo di vacanza! Prendo spunto da queste riflessioni per scrivere l’articolo di questo mese. Vi riporto proprio ciò che ho consigliato ad una coppia di genitori che ho in ricevuto in studio qualche settimana fa, molto tesi data la figlia in piena crisi adolescenziale: autostima sotto i tacchi, perfezionismo eccessivo, risposte al vetriolo rivolte al padre e alla madre. ” Dov’è finita la nostra bambina?” , si sono chiesti tra lo stupito e il preoccupato.

Ho spiegato loro che in questo periodo sia l’adolescente che la famiglia sono impegnate nello stesso processo di cambiamento, l’equilibrio familiare viene rimesso in discussione: i genitori vengono visti in un’altra luce, con i loro limiti personali e relazionali. Tutto ciò anche perchè i sentimenti e le emozioni adolescenziali sono molto intensi e altrettanto intensamente vengono verbalizzati.

Nell’adolescenza i ragazzi guardano in modo molto critico la loro famiglia perchè stanno esplorando le emozioni e le relazioni; l’attaccamento alla famiglia lascia il posto all’esplorazione.
I figli ribelli vogliono camminare con le loro gambe. In realtà sono spesso più preoccupanti i figli docili e remissivi: segnalano una dipendenza da madre e padre, alla lunga controproducente. Ma per diventare autonomi occorre fare degli esperimenti e inevitabilmente cadere, così come per imparare ad andare in bicicletta, i figli inevitabilmente…ruzzoleranno.

In questi frangenti i genitori si sentono spesso “sbagliati”: in realtà l’aggressività dei figli ribelli riguarda il loro processo di crescita, non il rapporto affettivo con i genitori. Se i figli si ribellano non smettono di voler bene, ma in quel momento hanno altre priorità: prima fra tutte riconoscersi non più come figli ma come esseri indipendenti.

Cosa fare?
I genitori per primi devono insegnare che non bisogna nascondere i propri limiti e che non bisogna essere perfetti E’ utile anche analizzare sinceramente l’ambiente di casa: si è sempre parlato di tutto? come si discute, urlando o con calma? Ci sono argomenti tabu’? E’ una buona idea affidarsi a figure adulte meno coinvolte (insegnanti, educatori, ecc..) emotivamente per avere un riscontro più ”neutro” rispetto i comportamenti del figlio.

Bisogna preparare i figli a vivere la loro vita AUTONOMAMENTE, fargli comprendere la differenza tra bene e male e responsabilizzarli.
La soluzione ideale è quindi quella di porre poche regole generali di comportamento da rispettare in ogni caso, piuttosto che cercare di limitare e controllare ogni aspetto della loro vita quotidiana. Importante quindi porsi come esempio positivo, avere quindi le idee chiare noi stessi su cosa è giusto e cosa è sbagliato, perché se i figli si accorgono di incoerenze o contraddizioni, perderanno tutta la fiducia.

L’importante è dare regole chiare e coerenti, pochi principi costanti su cui non potremo accettare deroghe o mediazioni. Se saremo in grado di dare regole credibili e soprattutto regole che saremo noi i primi a rispettare, avremo guadagnato un pezzo della loro fiducia. L’ordine in casa, le faccende domestiche, l’uso di computer, videogiochi e TV, alcune semplici norme di comportamento sia in casa che fuori che i figli dovranno sempre rispettare.

In tutto questo è importante far sentire la propria presenza costante ed essere pronti all’ascolto.
Una maggiore apertura al dialogo ci permetterà di capire bisogni, dubbi e necessità dei figli e non quello di cui noi pensiamo abbiano bisogno.
Castighi, reazioni violente e autoritarie rischiano di provocare l’effetto opposto. Questi atteggiamenti possono infatti creare frustrazione nei figli che tenderanno a reagire in modo altrettanto radicale. Certo nel caso di comportamenti gravi una reazione decisa è importante, ma il solo spirito punitivo non porterà a risolvere i problemi più profondi.
La chiave per risolvere i problemi sta nel garantire una maggiore presenza dei genitori, dare affetto, attenzione, dimostrare il proprio interesse è importante per instaurare una buona relazione affettiva. E’ questa infatti la vera svolta che ci permetterà di ottenere rispetto e quindi anche una maggiore obbedienza.

– Con i figli ribelli bisogna diventare “impermeabili”, imparare a farsi “scivolare addosso” i loro lamenti, resistere e continuare a far sentire loro la propria presenza: non lo ammetteranno mai ma questo dà loro sicurezza. Poi lasciar sfogare, non mettersi sullo stesso piano dei figli reagendo aggressivamente alle loro intemperanze, e continuare a dar loro regole e limiti. Ci sono orari, doveri, regole alle quali attenersi: anche se i figli ribelli tendono a non rispettarli, i genitori non devono stancarsi di ripetere e ribadire.

Qui di seguito porto alla vostra attenzione gli errori più comuni (ma molto frequenti!) commessi dai genitori:
– Esibire ad amici e conoscenti l’insoddisfazione verso i propri figli.
– Fare confronti con i figli di altri o creare fazioni.
– Far sentire loro che i loro attuali limiti equivalgono al proprio fallimento.
– Avere aspettative al di sopra delle loro possibilità
– Scoraggiare la loro naturale attitudine in nome di aspettative personali.
– Stare troppo “addosso ai figli” con troppa presenza e troppa ansia.

Le soluzioni:
– Non criticare e non svilire le loro passioni anche se non le capisci.
– Fai loro sentire che sei curioso dei loro interessi e pronto a sostenerli.
– Crea o ritrova dei momenti di condivisione con loro, per ritrovare unità e scambio.
– Il gruppo aiuta l’identità dei figli: non contrastarlo di continuo.
– Sovrintendi all’utilizzo della tecnologia, così che non sfoci in una dipendenza.

Cosa fare: breve libretto di istruzioni

– Ritrova credibilità. L’autorevolezza genitoriale non si ritrova a suon di regole, di urlate o di minacce, né facendo “gli amici dei figli”, ma dando loro sani e appassionati esempi di vita. Hanno bisogno di vedere che siamo felici o almeno sereni e realizzati come persone, altrimenti non ci danno credito, non si fidano e ci vedono come dei falliti.

– Fornisci messaggi univoci. Fin da piccoli i figli devono sapere che c’è un nesso tra le loro azioni e le conseguenze delle azioni stesse. Se li ricopriamo di regali e di comodità a prescindere dai loro comportamenti, non apprendono la capacità di attesa e di conquista e non sviluppano la giusta risonanza rispetto agli eventi. Inoltre, dopo una certa età, facciamoli partecipare alle decisioni importanti della famiglia.

– Utilizza un linguaggio costruttivo e incoraggiante. È fondamentale non esasperare i contrasti e non alimentare la contrapposizione. Evitiamo perciò l’atteggiamento ipercritico, non pungoliamoli pensando di ottenere valide reazioni, non facciamo proibizioni senza spiegarle adeguatamente. L’adolescente può accettare consigli e critiche solo se affiancate da un sentito incoraggiamento.

– Se c’è un litigio, inoltre, è bene non dilungarsi: lui o lei, infatti, non assimilerà niente, non vi presterà sicuramente ascolto. Meglio dir loro la vostra e chiudere la discussione, in modo da lasciare che si crogiolino sulle vostre stesse parole, e mi raccomando: fatelo in tutta calma, sicché i ragazzi non si sentano aggrediti.

– Un ragazzo o una ragazza, a quell’età hanno bisogno di capire quali sono i limiti e dovrete essere voi a porli. Non si può pensare che per ottenere l’attenzione di un’adolescente bisogna lasciargli fare tutto quello che vuole, o non bisogna “punirlo” laddove ce ne fosse bisogno.
Fare il pugno duro e imporsi quando ce ne è bisogno, servirà a definire bene quali sono i ruoli, padre (madre) – figlio ad esempio, e ad ottene rispetto e attenzione. Naturalmente, cercate sempre di motivare i vostri no.

– Evitate frasi del tipo “Perchè lo dico io”, “Perchè ho deciso così”.
Considerate un adolescente capace di sostenere un confronto e una discussione con una persona più adulta

– Concedere al ragazzo di fare ciò che vuole non è sinonimo di affetto, ma di mancanza di responsabilità verso di esso

 …Insomma… Aiutate i figli a cadere!

Cari lettori, anche per questo mese è tutto! Un caro saluto!

Antonietta Paglia
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