Il Fattore Quantum di Alberto Lori

24 Feb, 2015

alberto_lori2Il Campo quantico è fatto di infinite onde di possibilità che coesistono nello stesso istante. Perché un evento diventi possibile c’è bisogno che quell’onda di possibilità si trasformi in massa.

Mi domando: come si fa da un’onda a ottenere la massa, la realtà? Gli esperimenti quantistici hanno dimostrato che è l’atto di osservazione a collassare l’onda in particella, in altre parole, a trasformare l’energia potenziale in particella. E quando non c’è più l’atto di osservazione, la particella collassa di nuovo in onda di energia. Il significato è chiaro: ogni volta che lo sperimentatore compie l’esperimento e lo osserva, cambia il risultato dell’esperimento, da energia a cose. Siamo noi allora che, attraverso l’osservazione, trasformiamo istante per istante l’energia in materia, in termini psicologici, l’energia in successo o in fallimento. Il risultato non è già lì, siamo noi a plasmarlo, dal momento che è l’osservatore che collassa la funzione d’onda. L’osservatore osserva il campo quantico di possibilità e, come creta nelle sue mani, trasforma l’energia in materia. Abbiamo una paura ancestrale: la morte. Il concetto di morte è relativo. Se esistesse un congegno tanto sofisticato da poter osservare l’infinitamente piccolo del nostro corpo, scopriremmo le cellule, le molecole, gli atomi con gli elettroni e il nucleo di protoni, neutroni, quarks e, infine, onde di energia, quelle stesse onde di energia oscura che permeano per il 70 per cento l’universo. Noi tutti che viviamo sulla Terra e anche coloro che vivono su altri pianeti, non importa sotto quale forma, stiamo usando atomi che hanno milioni di anni, ma che per diventare cose devono essere osservati. Chi è l’osservatore? Chi guida. Devi collassare la materia del tuo corpo istante per istante. Quando chi guida uscirà dal corpo, che cosa accadrà alla materia? Collasserà in onde, decadrà, ma tu non morirai. Semplicemente, l’osservatore non starà più osservando. Quello che in apparenza sembra statico, prevedibile, lineare, è invece discontinuo, probabilistico, sincronico.

La realtà stessa è discontinua. Se imparo a comprendere il mondo del macrocosmo, posso arrivare a cambiarlo. Il cambiamento non avverrà da massa a massa, come spingere un’auto in panne. Avverrà a livelli infinitesimali. Andando nell’infinitamente piccolo abbiamo visto che tutto è un’onda di energia. Grazie all’effetto osservatore, l’onda viene collassata in particella e fa sì che l’energia da potenziale diventi massa, materia. Siccome il prossimo secondo non è stato ancora creato, deve esserci qualcosa che trasforma l’energia in massa del prossimo secondo. Chi è che fa tutto questo? L’osservatore. Ma dove si trova questo osservatore? Il cervelletto sappiamo dov’è, il cuore pure e l’osservatore? Non è locale, quindi, non è qui o lì, prima o dopo… E allora? È ovunque. È la Coscienza universale. Vive in un eterno presente. Anch’io, anche tu, tutti noi, possediamo al nostro interno un osservatore, una consapevolezza localizzata nel lobo frontale, ma è una consapevolezza in perenne oscillazione tra passato e futuro e finché rimane in oscillazione, è ancorata al passato. È il risultato di un semplice meccanismo. L’esplosione del big bang avvenne in un punto. Da quel punto è nato lo spazio e il tempo. Dove si trovava quel punto? Era il punto Zero dove non esistevano né spazio né tempo. Lo spazio/tempo nasce con il big bang. L’energia dell’esplosione ha creato movimento e lo spazio è andato espandendosi ed è ancora in fase di espansione. Oltre le pareti dell’universo non c’è spazio/tempo. L’universo lo crea istante dopo istante espandendosi. Abbiamo detto: la Coscienza primaria è immobile, la consapevolezza secondaria oscilla tra passato e futuro. Se io sono sempre in oscillazione e non mi fermo al momento presente, salto questo passaggio. Passo dal passato al futuro senza soluzione di continuità. Che cosa sto creando per il prossimo secondo? Niente. Sono intrappolato nel passato, quel passato che diventa anche il mio futuro. Come posso interrompere l’oscillazione? Rallentando e fermandomi nel presente. Soltanto nel momento presente, nel qui e ora, nell’incontro delle due consapevolezze decido il cambiamento. Nel presente creo un nuovo modello di realtà e nell’oscillazione ne faccio esperienza. Il pensiero è la prima fase della creazione. Nel presente sono creatore, nell’oscillazione sono creatura. Non si sfugge!

Alberto Lori
http://www.albertolori.com/

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