LA COSCIENZA CREATRICE by Alberto Lori
12 Mar, 2014
Se voglio migliorare la mia realtà, non mi basta pensare di cambiarla. Devo prima affidarmi alla coscienza. Devo affrancarmi dalle aree emozionali del cervello che mi tengono legato al modello. Finalmente anche noi occidentali, grazie alla quantistica abbiamo capito che la coscienza non emerge dalla materia come sosteneva Cartesio. Al contrario, gli orientali hanno sempre
sostenuto che la coscienza è creatrice sia della mente sia della materia. Creatrice, però, non è un termine corretto.
Nell’universo nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma (Lavoisier 1743-1794).
Dal nulla non si crea nulla, ma se il nulla è solo apparentemente tale, in altre parole materialmente niente ma potenzialmente tutto, nel senso che è energia che può trasformarsi in massa e in qualunque cosa perché ne ha la possibilità, allora dico creazione nel senso di trasformazione. Se la coscienza può davvero plasmare nuove realtà, devo pensare di conseguenza che sia universale, onnipotente, onnipresente, onnisciente. Se voglio cambiare la realtà nella quale mi trovo, ho bisogno di questa coscienza. Mi domando: se questa coscienza è ovunque, è mai possibile che tu, io, noi tutti non l’abbiamo? Non è possibile. Eppure, per quanto ci pensi, sono ignaro delle mie capacità illimitate, mentre sono conscio dei miei limiti. In questo modo si crea la dualità: Dio e Satana, positivo e negativo, spirito e materia, buono e cattivo, luce e ombra.
Come posso affermare di essere allo stesso tempo ricco e povero, bello e brutto, sano e malato, magro e grasso? Il sistema si basa sul codice binario. Come faccio a comprendere Dio che non sta qui o lì, ma è ovunque, che non sa questo e quello ma sa tutto. Con il codice binario non ci riuscirò mai. Devo cominciare a ragionare in modo diverso. Mi chiedo: anche ammesso che possa mutare il mio paradigma di pensiero, alla fine ci riuscirò o no? Domanda sbagliata! Continuo a essere prigioniero dei miei due punti di consapevolezza. Finché oscillo tra successo e insuccesso, posso pensare di avere due opzioni. Come faccio a determinare la mia riuscita?
Finché rimango ancorato alla mia visione duale, oscillo come un pendolo da destra a sinistra, da ricco a povero, da sano a malato.
Mentre oscillo, penso di voler cambiare la mia realtà. Ho capito che esiste la coscienza universale che sa tutto, può tutto, è dappertutto, può manifestare qualunque cosa. Mi domando: come essere umano ho il potere di accesso a una forma di coscienza che può tutto? Sì. Altrimenti che ci starei a fare su questo pianeta, in questo stato dell’essere? Mi domando allora: qual è il mio limite reale? Il fatto di possedere anche un’altra coscienza, la coscienza secondaria. Quando pensi a quanto ricco vuoi essere, a quanto sano vuoi essere, a quanto felice vuoi essere, è la coscienza secondaria che pone dei limiti. Allora, esiste una coscienza primaria illimitata e una coscienza secondaria limitata. Dio è la coscienza illimitata, noi esseri umani siamo quella limitata. Chi sono io, tu? Chi siamo noi? Entrambe le coscienze. Allora posso operare cambiamenti da tutte e due. Se sposto una sedia, opero un cambiamento da massa a massa. Io sono nello stesso tempo sia il punto zero sia il secondo punto di consapevolezza. Ragiona: se puoi usare la neocorteccia già di per se stessa duale con i suoi due emisferi, con il conscio e l’inconscio, di che cosa sei davvero consapevole? Di te stesso, del tempo, dell’ambiente che ti circonda, quindi consapevolezza secondaria. Sei in grado di creare attraverso di essa?
No, se fossi in grado farlo, saresti indipendente dalla coscienza primaria, ma non puoi essere distaccato dall’universo. Tu sei il risultato evolutivo dell’intero universo. Tu sei l’universo. E sei anche te. Sei uno ma anche due. Quando crei la tua realtà? Quando le due coscienze s’incontrano. E quando s’incontrano? Quando la coscienza secondaria smetterà di oscillare da un termine all’altro del dualismo, dal passato al futuro, rallenterà e si fermerà al presente. È qui il punto d’incontro delle due coscienze. È qui che avviene la creazione, la trasformazione dell’onda di possibilità in particella, in realtà. Soltanto nel presente. Qui e ora!
Alberto Lori
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