La medicina occidentale e la medicina orientale sono complementari? by Camelia Cicu

22 Mar, 2014

La medicina occidentale ha delle zone di eccellenza e ha sviluppato delle strategie insostituibili per combattere molte malattie gravi, come le tecniche chirurgiche, la chemioterapia, la radioterapia e in genere le terapie antitumorali, i farmaci capaci di influire sulla psiche e di compensare le carenze neuro-ormonali, le molecole degli antibiotici che combattono infezioni mortali. Tuttavia, in merito a questi straordinari successi, a volte i medici non riescono a intervenire in modo efficace di fronte a disturbi del tutto banali.

Sono proprio le difficoltà digestive, problemi del sonno, mal di testa ed emicranie, mal di schiena e affini, che costituiscono la maggioranza delle malattie di cui più frequentemente si lamentano i pazienti dei medici di famiglia.

Caratteristiche della medicina occidentale:

  • concezione scientifica della malattia e della guarigione focalizzata sul sintomo;
  • l’anatomia non ha più segreti, sappiamo come funzionano gli organi, come è costituito il nostro apparato osteo-articolare, come sono organizzate le difese contro i microbi;
  • interesse per il corpo malato e non quello sano;
  • nella formazione dei medici, lo studio della fisiologia riveste un interesse limitato, mentre la posizione centrale è occupata dalla fisiopatologia;
  • di fronte ad una malattia, i medici occidentali isolano la parte colpita, la studiano, decifrano il significato dei sintomi e cercano di eliminarli;
  • la prevenzione rimane un concetto marginale e alcuni farmaci provocano degli effetti collaterali che non sono meno gravi delle malattie che curano.

La medicina orientale (cinese), a decine di migliaia da casa nostra, si è sviluppata in modo completamente diverso.
Caratteristiche della medicina orientale (cinese):

  • è interamente concentrata sul concetto di salute e non su quello di malattia;
  • l’essere umano è considerato come un tutto (da qui deriva il termine “olistico”), un’entità animata da un’energia vitale che costituisce la fonte primordiale di esistenza;
  • i medici cinesi non prendono mai in considerazione il funzionamento di un organo senza metterlo in relazione con il resto del corpo, e cercano di curare queste relazioni, non la patologia in se stessa;
  • la malattia è considerata come un riflesso di una rottura dell’equilibrio interiore;
  • la guarigione è un effetto secondario benefico del ritrovato equilibrio.

Questa evoluzione non ci deve stupire, perché se la medicina cinese e quella occidentale sono molto diverse, sono perfettamente complementari.

Camelia Cicu

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