Valentina Iannazzone L’intervista di Tiziana Palazzo

04 Lug, 2014

valentina-intervistaTiziana: Come si definisce per te la casa?

Valentina: Oggi parlare di “casa”, così come storicamente definito è abbastanza riduttivo. Si parla più spesso di sistemi e di trasformazioni dell’ambiente, di creazioni di habitat su misura, di ridefinizione e ristrutturazione degli spazi. Questa cosa non riguarda solo i progettisti e gli addetti ai lavori ma anche l’uomo e la donna comune, costantemente interessati a ciò che li circonda , alle nuove possibilità che il panorama progettuale e materiale mondiale offrono. Sempre più persone amano vivere una casa che presenti forme innovative e sperimentali, disegnate sulle loro esigenze e che magari possano significare qualcosa di diverso rispetto agli spazi tradizionali codificati dalla letteratura architettonica: cucina, salone, letto e così via. Oggi affascina la transizione tra gli spazi, la contaminazione, una cucina che si apre al soggiorno, un bagno che diventa una spa, un elemento naturale che possa penetrare la rigida materialità delle cose. Del resto questa tendenza rispecchia il mondo, così come sta cambiando in questo momento storico. Assistiamo alla formazione e a volte lenta a volte rapidissima di modelli di famiglia, di economia, di cultura di vivere e di trascorrere il tempo, osserviamo perfino cambiamenti climatici inaspettati che incidono sul nostro modo di abitare la casa e il territorio.

Tiziana: Perché hai scelto di collaborare con BYOU MAG?

Valentina: La mia esperienza lavorativa fino ad oggi è stata molto variegata, ho esplorato diversi temi, dall’architettura storica di Firenze, allo yacht design, dal design di interni alla ricerca di trend e materiali con Patricia Urquiola, dal graphic design a progetti ed esperienze di lighting fino a temi sociologici e di strategia del progetto. Se questi sono i soggetti tematici che ho curato, d’altra parte la vita mi ha portato a domande e ricerche più profonde. Qualsiasi lavoro infatti è frutto della comprensione di varie dinamiche, quello che pensiamo di noi stessi, come interagiamo con gli altri,come ci rapportiamo rispetto al “mondo” e rispetto ai nostri obiettivi di vita. L’intensità e la fretta della vita quotidiana spesso ci portano a perdere il focus, per cui ci si può ritrovare a chiedersi: cosa sto facendo? E soprattutto quello che sto facendo è qualcosa di Una sana introspezione ha fatto si che mi avvicinassi al mondo della formazione e da questa ho tratto grandi vantaggi per capire come vivevo il lavoro, chi volevo essere e soprattutto quale era l’apporto che potevo dare agli altri attraverso i miei talenti. Oggi questa ricerca su me stessa continua ed è sempre parallela alla ricerca materiale, oggettiva e per così dire “mondana”. Questa rivista mi è sembrato quindi il luogo perfetto dove potermi esprimere e dare il mio contributo.

Tiziana: Cosa vorresti offrire ai nostri lettori?

Valentina: Nella vita di ogni giorno facciamo mille scelte, a volte ci sono scelte che si fanno poche volte all’interno della nostra esistenza come quella di una casa. Talvolta queste scelte spaventano perché rappresentano qualcosa “per sempre”. Io non credo sia proprio così, oggi abbiamo tante possibilità di variare i nostri ambienti, agendo con elementi leggeri come luce, colore, tessuto e così via. Certo il progetto murario, la ristrutturazione è qualcosa di più impegnativo ma anche in questo caso è possibile procedere per piccoli step e con cautela. Io credo sia fondamentale il primo approccio col cliente, capire qual è il suo mondo, cosa vuole. In qualche modo credo che l’architetto realizzi una sorta di operazione maieutica, quella disciplina che nell’antica Grecia si paragonava all’opera della “levatrice”, (similmente il filosofo con l’arte dialettica tirava fuori dall’allievo i suoi pensieri assolutamente personali e originali). In questo modo quando la conoscenza tra progettista e cliente è avvenuta (può essere una cosa immediata o più lunga) il costruire la casa o l’immagine che si vuole diventa lavoro un piacevole un lavoro spalla a spalla. Nel contesto del magazine online voglio sperimentare la possibilità di questo primo dialogo, un dialogo interpretativo delle esigenze e dei sogni del cliente che già può dare vita a primi risultati tangibili e che sicuramente può offrire al cliente una visione o una rosa di soluzioni. Per tornare al tema del magazine e al focus all’interno di esso sul progetto architettonico posso affermare che l’ambiente che ci circonda può essere veramente un mezzo fondamentale per il nostro benessere. Del resto come dicono numerose filosofie antiche e moderne “l’ambiente esterno è lo specchio del nostro stato interiore”. Essendo queste due funzioni biunivoche allora anche agire sul mondo esterno può portare a migliorarci dentro e comunque contribuire ad accrescere il nostro benessere. A tal proposito vorrei chiudere con il punto 7 del manifesto futurista dell’architettura del 1914, pilastro della storia dell’architettura italiana: “Per architettura si deve intendere lo sforzo di armonizzare con libertà e con grande audacia l’ambiente con l’uomo, cioè rendere il mondo delle cose una proiezione diretta del mondo dello spirito.” Questo pensiero mi sembra molto attuale e per tutti noi. Grazie Tiziana per questa splendida intervista

Tiziana: grazie a te.

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